Come fare una casa smart

Bravi sulla teoria i nostri connazionali, meno sulla pratica. Ecco la curiosa fotografia resa nota da una recente indagine condotta da Loundhouse, società di ricerca londinese, commissionata da Western Digital e riportata dal Corriere della Sera solamente qualche giorno fa. La ricerca ha preso in considerazione le risposte di oltre 6.000 cittadini del Regno Unito, Francia, Germania, Russia, Italia, Emirati Arabi Uniti e Arabia Saudita, rispetto alla dimestichezza che hanno con le nuove tecnologie applicate all’ambiente domestico.

Secondo i dati della ricerca, il nostro Paese con il 91% si classifica al primo posto in termini di consapevolezza e conoscenza delle tecnologie che rendono una casa smart, seguita da Regno Unito con il 79% e Medio Oriente con l’87%. Numeri incoraggianti che però si ridimensionano se si considera la percentuale di chi ritiene di avere un livello di conoscenza adeguato per la gestione di questi strumenti, che arriva per l’Italia appena al 22%. Alla base di quest’ultima evidenza ci sarebbe la necessità di ottenere continue rassicurazioni dagli operatori e una comprensione ancora scarsa di come i dati vengono acquistati, archiviati e utilizzati dalle varie società.

Quali sono gli oggetti smart ritenuti più interessanti
Per il 36% degli intervistati, nella lista degli oggetti intelligenti maggiormente appetibili troviamo le videocamere di sicurezza, percepite molto importanti in un’ottica di protezione per la propria famiglia e la propria casa, seguiti da un 35% di servizi dedicati all’intrattenimento in streaming, che come possiamo immaginare nel corso degli ultimi mesi di confinamento mondiale hanno riscosso un grande successo.

Fonte: Immobiliare.it
Credit: Francesca Lauritano

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